MON FEB 26 — 15.00-17.00
Sala "Enzo Paci" — Direzione del Dipartimento (Via Festa del Perdono 7, Milano)
Concepibilità kripkeana e modalità epistemiche
Kripke sembra difendere la tesi secondo cui non è possibile concepire in maniera genuina la negazione di una necessità metafisica M. Il meglio che si può fare è concepire una “presentazione qualitativa” della negazione di M e confondere la rappresentazione di tale possibilità con la rappresentazione della possibilità che M sia falsa. Per esempio, non si può concepire che l’acqua non sia H2O, il meglio che si può fare (o quel che di fatto facciamo quando crediamo di concepire che l’acqua non sia H2O) è concepire che un liquido “acquoso”, dissetante e incolore non sia H2O. In questo talk, mostrerò come la concepibilità kripkeana (KC) è problematica nel caso sia combinata con alcuni, apparentemente plausibili, principi che connettono la concepibilità con la modalità epistemica e, in particolare, con un principio che collega l’inconcepibilità (per un soggetto) che P con la non esistenza, per tale soggetto, della possibilità epistemica che P. Da KC e questi principi, si può infatti provare che ogni necessità metafisica è una necessità epistemica, ossia che vi è un "vincolo epistemico" sulle necessità metafisiche, un risultato decisamente poco kripkeano! Scopo del talk è trovare qualche soluzione a favore dei kripkeani (e quindi anche a mio favore).